STORIEDILEGNO

Dicono che ogni cerchio disegnato su un tronco di un albero corrisponde ad un anno di vita.
E c’è un pittore, Mairani, il cui universo è costituito solo da frammenti di legno.
La corteccia di un albero, un tavolo, un portale.
Dice che nel legno sono rinchiuse storie. Basta guardarlo intensamente per vederlo animarsi.
Marco Zappa, musicista ed insegnante ticinese, si aggira in mezzo al legno da una vita, fra banchi di scuola e chitarre, violini, mandolini, bassi…
Come musicista ne cava suoni. Come insegnante coltiva menti.
Con questo suo ennesimo lavoro intitolato appunto “Storie DiLegno” qualcosa di nuova sembra essersi animato attorno a lui.
Il legno delle sue storie è vita, specchio, riflesso, eco. È un disco nato in una di quelle notti insonni in cui la mente è affollata di dubbi, di ricordi e di perché rimasti troppo a lungo senza risposta.
Dal buio affiorano volti, situazioni (anche buffe), comportamenti, propri e di altri, che a pensarci bene…
Che cos’è che cambia la gente, la unisce o magari la divide?
Una piazza immaginata, un semaforo a New York, diventano luoghi di osservazione, forse anche incroci obbligati di uomini e donne. Di generazioni che si oppongono, di usi, di costumi, di gente, la gente che Marco Zappa ama così tanto osservare, descrivere e analizzare nei suoi più intimi momenti.
Ognuno ha i suoi ricordi e le sue notti insonni, ma marco ne fa canzoni, ne fa racconti che riporta alla gente da cui ha preso ispirazione.
E a Marco non resta che prendere la chitarra e raccontarsi.
Nostalgia, ironia, amarezza e perfino paura affollano testi e musiche che sono suoi e di poeti amici, come Giovanni Ocelli, Giorgio Passera, Pierre Codiroli, Franco Ferrari e un giovane repper come JD Dog.
Con lui suonano i figli Daria e Mattia, il Quartetto d’archi Novecento, l’organista Livio Vanoni, contrabbassisti, percussionisti, sassofonisti, trombonisti, mandolinisti come Duilio Galfetti, chitarristi come Aldo Martinoni: tutti amici e collaboratori. Anche una Band Dixieland ed un coro di scolastico di allievi.
Gente del Ticino, di un Ticino dei nostri tempi, che sa di jazz, di rock, di blues, di rap, ma anche di musica classica contemporanea, di musica da film.
E sono storie che continuano!

Umberto Savolini