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Rassegna della stampa

Raccolta di testi pubblicati su giornali e riviste

 
30-01-2014
UNA STRAORDINARIA SERATA MUSICALE OFFERTA DALLA SEZIONE VALPOSCHIAVO DELLA PRO GRIGIONI ITALIANO
Il trio Marco Zappa a Poschiavo
con il concerto «PolentaEPéss»

Grande serata musicale quella di giovedì scorso, 23 gennaio 2014, nel salone La Tor a Poschiavo. Un’occasione ghiotta per assaporare musica di carattere popolare, come effettivamente traspare dal titolo del concerto. La Sezione Valposchiavo della PGI ha ancora una volta centrato, pienamente e qualitativamente, la parte musicale della sua attività culturale. Il trio Marco Zappa ha divertito tantissimo il pubblico per la sua spontanea giovialità e la simpatia nell’invogliare la gente a partecipare attivamente in alcuni brani. L’unica nota stonata è il fatto che c’era sì un buon numero di pubblico, particolarmente caloroso, ma a mio parere poteva esse molto più consistente perché si trattava di un’offerta musicale di grande pregio. In un paese piccolo come il nostro queste grandi occasioni andrebbero sfruttate fino in fondo.

Marco Zappa (classe 1949), cresciuto fra Locarno e Bellinzona, già da ragazzo aveva una predisposizione per la musica. Ha iniziato a sette anni con il pianoforte ma poi si è dedicato principalmente alla chitarra e alla musica beat (genere pop) che si è sviluppata nel Regno Unito negli anni Sessanta. A quindici anni fonda il gruppo beat Teenagers, con il quale registra il suo primo 45 giri. Nel 1970 crea un nuovo gruppo musicale, gli Stanhope, che si esibisce in concerti dal vivo fra rock e musica classica. In quel tempo frequenta l’Università di Milano e dopo quattro anni si laurea con una tesi sui rapporti psicoanalitici tra Sigmund Freud e il suo allievo svizzero Karl Gustav Jung. La sua indole musicale lo porta lontano: Festival di Montreaux e di Nyon, oltre a presenze alla TV e all’opportunità di conoscere e suonare con alcuni personaggi internazionalmente noti e importanti. Una fiumana di attività, che si può visionare in dettaglio nel suo sito personale http://www.marcozappa.ch.

Oltre a Marco Zappa, musiche, testi e arrangiamenti, il trio è così composto: Renata Stavrakakis, testi e musica; Ginger Poggi, batteria e percussioni. Ma quello che più impressiona e attrae è che questo gruppo si esibisce usando molteplici strumenti. Non sono riuscito a contarli tutti ma dovrebbero essere oltre una ventina. Il fatto eclatante è che saltano da uno strumento all’altro con una facilità sorprendente. Nelle vene di quel trio scorre sicuramente un miscuglio di sangue e note.
Il trio Zappa con il suo "PolentaEPéss" è stato presentato da Arianna Nussio, la solerte e operosa animatrice culturale della PGI Valposchiavo. I brani sono principalmente di carattere sociale; raccontano situazioni e avvenimenti che fanno, o facevano, parte della nostra cultura popolare. Il tutto viene maggiormente sottolineato attraverso l’uso del dialetto; pochi i brani in lingua italiana. Questi due ingredienti, la popolarità e il dialetto, provocano sentimenti di simpatia e reciproco intendimento nei valori della vita alle nostre latitudini. Tutti i brani di Marco Zappa sono delle poesie in musica. "PolentaEPéss" com- prende una quindicina di brani, dei quali ve ne cito alcuni:

Ul Ghell racconta di uno spilorcio: Ul Ghell, ul püsee piöcc da la val, da tüta la Val da Mügg, l’èva migrat in Argentina;
Balabiott. Il brano si riferisce a quel gruppo di tedeschi che all’inizio del Novecento si portarono al Monte Verità di Ascona, dove giravano nudi per i boschi: Il clima dolce, i boschi, il lago, le case, i capanni, i bagni, il sole, le dan- ze... la magia del Monte Verità! Balabiott! Balabiott!;
Ul Murin dal Rantig. Con l’avvento delle macchine quanti vecchi mulini sono stati abbandonati. Un ricordo dei tempi passati: Anca la gent da Turesela, la vegniva lì par mascnà la so roba. Par ogni cinq chili da roba mascnada, vün al ga restava al murnee. Gheva guadagn part tücc, l’eva mia come inchöö;
Er lupo e l’agnello. Momenti di ristrettezze nella vicina Penisola. Attenti al lupo che si maschera d’agnello: Una luce s’è accesa nella notte. Dormi tra i grilli popolo itajiano. Pure er lupo! S’ammaschera... d’agnello!;
Dèss l’è una cà. La storia dei vecchi mulini ristrutturati in abitazione: I rivavan fin lì asnin e müi, coi so sacch da carlon e da segra. Ol rümor d’ingranagg e’l son da la möla l’im- pieniva i stanzoni scüri;
L’uduu dal basilic: Regordat dal basilic! Quand la tèra l’è calda, calda a tucala e sampignala, l’è sübit sü!;
Neanca un fiùu. Quelli della mia generazione ricordano ancora il tempo in cui si celebravano funerali di prima e di seconda classe: ...Gheva lì i do cass, quela dal sciurasc, bela, lüstra, indurada, piena da ghirigori, la födra da seda. Quela dal sciavatin, “uno schifo!”. Propri quatar ass da legnasc, tacat insena... ala bel e mei, senza födra ne nagott, e un fiùu neanca a pagal d’or...;
Dal barbée. Composto su uno scritto di Sergio Maspoli, descrive quei momenti particolari e rilassanti dal barbiere, con il quale si parla liberamente e di tutto: Che bell, dal barbée: che bell! sa passa quai minüt da pas, giornal in man, ‘na barba insavonada in dal specc. Sa dismentiga tütt ol tran-tran, ol tran-tran che gira pena lì da fö, da fö da la porta a vedri, che bell, dal barbée! Ma che bell!;
Polenta e péss. Una proposta culinaria in poesia musicale che fa pensare ai buoni e semplici pasti di una volta: On bel caminon, anca d’istaa, ‘na polenta ch’a cös sül föch, e da là la padela, quella negra di pèss, ch’a sfregüia sü la bras.
Fra un brano e l’altro sono scaturiti scroscianti e calorosi applausi di ap- prezzamento e simpatia. Dopo il bis mi sono alzato per andarmene, era già piuttosto tardi, ma ho notato che nessun’altro fra il pubblico si muoveva. Dopo una breve pausa infatti sono ricominciati gli applausi in modo vigoroso, per cui i tre musicisti hanno dovuto tornare alla carica.
Mitica serata! Grazie alla PGI e grazie al trio Marco Zappa, e... a bon sa védé!

di REMO TOSIO collaboratore de «Il Grigione Italiano»
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