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Rassegna della stampa

Raccolta di testi pubblicati su giornali e riviste

 
10-09-2013
LaRegioneTicino "PlentaEPéss" intervista a cura di Franco Lorusso
1. Iniziamo dal titolo, se è vero che i titoli condensano l'anima dei progetti.

“PolentaEPéss” vorrebbe essere una simbolica risposta a molti dei problemi della nostra società di oggi, finalizzata sempre più ad un benessere a tutti costi, basato sul facile ed immediato guadagno con tutto.Abbiamo completamente dimenticato da dove veniamo, cosa eravamo, come vivevamo anche noi in un passato non molto lontano. Un tempo anche i Ticinesi sfregavano un pezzo di polenta su un pesce secco appeso ad un chiodo, per darle un po’ di gusto e dovevano o fare i frontalieri o emigrare…Ogni brano del CD tocca a suo modo e spesso con ironia un tema legato a questa problematica. Se noi riuscissimo a tornare ad una forma di vita un po’ più semplice, apprezzando quello che abbiamo anche qui, senza voler imitare tutto quello che altrove fa tendenza potremmo vivere molto meglio.La canzone “PolentaEPéss” che dà il titolo a tutto il CD, parte da alcuni scritti di Sergio Maspoli nei quali si descrive la bellezza e la semplicità di un grotto. Senza “zoccolette” e “boccalini”, senza nostalgie, ma con la consapevolezza della sua spontaneità e semplicità. “PolentaEPéss” vuole essere un invito a riscoprire quello che veramente siamo, senza sensi di inferiorità nei confronti di nessuno! La ricerca di una vita più libera ed autentica.
“Come l’è dificil vif! Trovaa l’equilibri giüst tra quel che semm, quel che ghemm e quel che vörum. Guardemm innanz, senza mai dismentiga, però, quel che sevum!”

2. Questo, se non ricordo male, è il secondo di una trilogia. Ricordiamo in che cosa consiste, qual è il percorso, la ricerca che si sviluppa lungo i tre dischi?

Sì, “PolentaEPéss” è il secondo volume di una Trilogia, iniziata nel 2011 con “AlTempAlPassa” e che si completerà nel 2015 con “TollDalRüd”, su cui stiamo già lavorando. Si tratta per noi di un interessante lavoro etno-musicale nel quale ci siamo di nuovo avvicinati al nostro paese, alle nostre storie, ai nostri personaggi, per confrontarli con tutto quello che incontriamo nei nostri viaggi musicali lontano da qui.
Abbiamo costatato che la maggior parte dei contenuti delle nostre canzoni descrive sì storie nostre, ticinesi, ma queste sono storie e situazioni che noi incontriamo poi spesso di nuovo in tutti i paesi in cui suoniamo. Magari altrove stanno vivendo oggi cose che noi abbiamo vissuto in passato o viceversa, ma sono sempre storie di tutti.
Ecco che mentre “AlTempAlPassa” si rivolgeva prevalentemente al passato, “PolentaEPéss” descrive fondamentalmente il nostro presente, mentre “TollDalRüt” cercherà di guardare avanti, per vedere dove il nostro passato ed il nostro presente potrebbero portarci.
E per fare questo abbiamo riscoperto e trovato la collaborazione di molti altri artisti ed amici del nostro paese. Ne ricordo qui velocemente alcuni: Sergio Maspoli con il suo dialetto pungente e musicale, la racconta storie di Torricella Maria-Adele Patriarca, la poetessa di Giubiasco Luce Juri-Berta, lo storico di Varese Marco Tamborini, il fotografo Alfonso Zirpoli, il pittore Pierre Casè che ha creato una nuova opera che ritroviamo sulla copertina del CD, Fulvio Roth che ha curato tutta l’impostazione grafica del CD…

3. Nei testi c'è tanto dialetto, da Maspoli a Mariadele Patriarca. Ma anche il romanesco di Gioacchino Belli o uno spunto da una mail. Qual è il filo comune?

Ecco, nei testi direi che ci sono “tanti dialetti” e tante lingue. Sempre in relazione ai contenuti. La lingua in cui ci esprimiamo diventa così un ulteriore colore che caratterizza ogni canzone. Il filo comune è rappresentato da quello che raccontano, quello che hanno suscitato in me e in noi, quando li abbiamo letti o ascoltati.
Io leggo molto, sottolineo nei libri le parti che mi piacciono e che voglio ricordare, ritaglio quasi ogni giorno dai giornali articoli che corrispondono o che contrastano con quello che vorrei scrivere in una nuova canzone. Da qui e dagli incontri con nuovi personaggi e nuove storie, nascono poi nuovi testi.

4. A livello musicale, qual è l'evoluzione rispetto a ''AlTempAlPassa''?

Rispetto al CD precedente, abbiamo inserito qui nuovi strumenti, nuovi ritmi, nuovi arrangiamenti, nuovi ospiti … ma sempre sulla linea acustica di “AlTempAlPassa”.
Sì, è molto importante per noi poter parlare anche della nostra musica e della nostra strumentazione che poi riproponiamo anche dal vivo, con il nostro Trio. Con Renata Stavrakakis e Ginger Poggi suoniamo anche in concerto molti strumenti diversi provenienti, come le nostre storie, sia dal Ticino, sia dai molti paesi che abbiamo visitato.
In questa Trilogia abbiamo cercato di liberarci ancor più da qualsiasi imposizione di mercato o di tendenza.
Abbiamo vestito e colorato ogni canzone liberamente , a seconda dei suoi contenuti, con gli strumenti acustici e l’arrangiamento che meglio riuscivano a farla vivere in modo autentico. Così facendo, le nostre sonorità sono diverse, non vogliono “essere uguali” a tutto quello che si sente oggi in ogni supermercato, in ogni bar, ovunque, alle radio commerciali. Sono sonorità acustiche che richiedono all’ascoltatore un’attenzione più mirata ed attenta, ma che richiede anche a noi musicisti un impegno costante di studio e di preparazione.

5. A proposito, si ritrova anche qui il tuo piacere nello sperimentare molti strumenti diversi fra loro, anche poco conosciuti al grande pubblico. Quanto tempo ti prende questo tipo di ricerca? C'è magari una scoperta recente?

È sempre bellissimo scoprire nuovi strumenti legati a culture e a paesi diversi. Il problema resta comunque sempre quello di saperli suonare. E per farlo ho sempre cercato e trovato quasi sempre dei maestri che mi hanno avvicinato all’anima e alla voce unica e particolare dello strumento, (in Finlandia il Kantele, in Grecia lo Tsouras, il Bouzouki, il Liuto cretese, in Sudafrica il Djembé, in India il Sitar, il TreeSingerFlute nel Jellow Stone Park, il nuovo Bercandeon in Italia, l’Organetto diatonico ed il Clarinetto, in Ticino…).
La sfida maggiore resta, però, sempre quella di trovare il giusto contesto in cui suonare ed utilizzare questi strumenti, nella nostra musica.
È come utilizzare nella nostra cucina spezie e sapori che abbiamo portato da lontano!
Ecco, possiamo definire “PolentaEPéss” un piatto ticinese, con i sapori del mondo.
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