Raccolta di testi pubblicati su giornali e riviste
04-02-2007 |
"InGiroUnaVita" Considerazioni di Giorgio Passera |
Marco Zappa InGiroUnaVita Ascoltando il tuo nuovo album ho redatto una serie di note che ti mando, così come sono venute. Più che di un giudizio si tratta di una sorta di descrizione – valutazione - considerazione su quanto c’è di nuovo e quanto c’è di “antico”. Io ho trovato tre filoni che meritano di essere evidenziati: 1. La continuità. Mi pare che da anni tu stia trovando trovato in modo sempre più preciso una tua musica, nella quale si trovano certamente echi di stili precisi, di esperienze altrui, di temi e modi di comporre e di eseguire che rimandano ad artisti che hanno nomi e cognomi. Ma con gli anni stai personalizzando le tue canzoni, stai fondendo in un mix personale le voci ed i suoni che tu ami e che hai amato. Possiamo individuare esperienze quali la musica d’autore (italiana, francese e anglosassone), il folk britannico, il ragtime, lo swing, il blues, la musica classica (da camera, rinascimentale), senza dimenticare il rock, magari travestito da acustico. Ma anche aperture sul folklore del Mediterraneo, riproposto in modo creativo e filologico allo stesso tempo, con i suoi suoni e le sue atmosfere; ma anche in questo caso un folk che si fonde e diventa elemento personale. Mi piace vedere in certi passaggi la musica dei Jethro Tull della fine degli anni ’70 / inizio anni ’80. Anche il modo di cantare è tuo, ma mi sembra che si possano intravedere qua e là dei passaggi alla Finardi, alla Di Cioccio e perfino un po’ di Fossati. 2. La novità. Come sempre nei tuoi dischi ami viaggiare e farci viaggiare. Ogni disco è un capitolo di questo eterno iter e i tuoi compagni di viaggio a volte sono gli stessi del disco precedente, a volte sono nuovi. A volte parlano addirittura altre lingue. Ogni disco porta qualche nuovo suono, legato ad un nuovo strumento che hai scoperto e, con la curiosità che ti ha sempre contraddistinto, hai imparato a suonare e ad usare. Nuovi arrangiamenti quindi, ma non così tanto per fare, ma che corrispondono a precise esperienze di vita.? 3. La vita: per te è fonte inesauribile di scoperte e, quindi, di ispirazione. La vita che va raccontata, condivisa, una vita della quale non si butta via niente, che aiuta a crescere, a formarsi, a continuare ad essere come sei, ma anche a cambiare. Le tue canzoni, in chiave artistica, raccontano il Marco che vive, che invecchia, che ragiona, che continua a porsi domande e che cerca risposte. Sempre in viaggio, sempre on the road. Amore, sincerità, falsità, complessità dei rapporti tra le persone e con il resto della società. Necessità del colloquio, del parlarsi, del guardarsi in faccia. Privato e pubblico, uno sguardo dentro le pareti di casa (quale casa? Ne hai cambiate tante…) ed uno fuori, uno sguardo che può arrivare anche lontano, questa volta addirittura in Sudafrica. Uno sguardo che può tornare indietro anche nel tempo anche all’infanzia, all’età dell’innocenza. Vita ma anche cultura, che si rivela in un libro, in un viaggio, in una nuova esperienza. Cosa dire alla fine di queste note? Un album perfettamente zappiano arricchito da parecchie novità, un mix di malinconia e ottimismo, di realismo e di grandi aperture. |