Raccolta di testi pubblicati su giornali e riviste
11-11-2007 |
Marco Zappa: InGiroUnaVita di Furio Sollazzi |
Pagina inziale » Musica » Articolo n. 5040 Marco Zappa: InGiroUnaVita La seconda recensione della serie musicisti/amici è quella dedicata a Marco Zappa. Lo conosco da anni come beatlesiano (numerose e applauditissime le sue apparizioni ai vari Beatles Day) ma solo ora l’ho scoperto come songwriter…e ne sono rimasto sorpreso. Marco Zappa, nato nel1949 a Locarno, ha iniziato la sua avventura musicale negli anni 60, con la Beat-Generation. Si è interessato subito alla musica dei Beatles, ma anche al blues ed alla musica rock’n Roll, in voga in quegli anni ed ha iniziato ben presto a studiare la chitarra classica. Con le sue diverse formazioni è stato invitato ai più prestigiosi Festival svizzeri ed ha tenuto numerose tournées all’estero sia in Europa che negli Stati Uniti. Da tutte queste esperienze e dalla collaborazione costante con molti musicisti, provenienti da aree musicali diverse (Renata Stavrakakis, Claudio Strebel, Jannis Papantoniou, Pippo Pollina, Roman Orzinski, Marco Marchi e anche i figli Daria al violino e alla voce e Mattia al violoncello e alla voce) si è creato un proprio stile inconfondibile e personale. La sua produzione discografica è molto ricca e comprende più di 25 CD, apparsi regolarmente ogni 2-3 anni ed accompagnati sempre da lunghe tournée concertistiche. Questo nuovo “InGiroUnaVita” (che mi è stato dato in anteprima. Il disco è stato presentato in questi giorni in Svizzera e poi in Italia) rivela l’amore e l’entusiasmo per un nuovo strumento scoperto di recente: il bouzouki (di origine greca) e la sua musica, già trasversale ai generi e alle etnie, si arricchisce di nuovi colori. Quando dico che è trasversalmente etnico, rivelo la mia sorpresa (piacevole) nel notare la commistione di lingue (italiano, francese, tedesco, dialetto….) che Marco usa nel creare i testi delle sue canzoni. Il risultato è un’apolide sensazione di appartenenza globale. Le parti strumentali sono prevalentemente acustiche, ineccepibili e sapientemente arrangiate, così che un prodotto di alta levatura tecnica risulta godibilissimo e piacevolmente scorrevole anche ad un ascoltatore occasionale. E’ un bel disco, originale e scorrevole, e meriterebbe di essere conosciuto anche in Italia. Furio Sollazzi |